Ecco come i leader IT ripensano le strategie sul cloud per ottimizzarne il valore

“I rientri on-premise per buone ragioni sono sempre più elevati”, aggiunge Alletto.

Ricorda il suo lavoro per una recente fusione, in cui l’azienda principale – che aveva l’obiettivo di ridurre i costi – ha stabilito di poter spostare un carico di lavoro dal cloud a un data center on-premise di proprietà dell’azienda acquisita, per ottenere i risparmi desiderati senza impattare sulle prestazioni.

“Questo dimostra che ci sono buone ragioni per il rimpatrio”, precisa Alletto.

I leader IT dichiarano di essere alle prese con nuove strategie cloud per incorporare questa prospettiva e consentire più opzioni. Dicono che c’è un movimento filosofico che si allontana dal cloud al 100% per passare all’ibrido come ideale [in inglese], con strategie che enfatizzano le valutazioni di dove i carichi di lavoro dovrebbero essere basati su considerazioni mutevoli.

“Continuiamo a effettuare modifiche per ottenere il giusto equilibrio”, spiega Chege.

Tej Patel, vicepresidente per l’IT e CIO dello Stevens Institute of Technology, sta adottando un approccio di questo tipo. Dice: “La domanda dovrebbe essere: dove voglio collocare il mio carico di lavoro?”.

Come altri, Patel riconosce i vantaggi del cloud pubblico, come la sua scalabilità, la sua elasticità e le sue numerose funzionalità e capacità. Ma, come altri, è anche ben consapevole delle difficoltà nella gestione e nell’ottimizzazione del suo utilizzo, in particolare, in relazione al controllo dei costi, e la garanzia di conformità agli standard di sicurezza e di privacy.

Per questo motivo, ha una strategia ibrida, che vede come la destinazione e non solo come una stazione di passaggio per arrivare al cloud. Infatti, l’università ha recentemente implementato cluster di calcolo ad alte prestazioni (HPC) in loco, dopo aver stabilito che l’on-premise era migliore di un’implementazione nel cloud pubblico.

“Siamo stati molto ponderati nel nostro approccio”, conclude. “Consideriamo ogni scenario in modo separato, per assicurarci che l’infrastruttura soddisfi le esigenze dell’utente o i servizi aziendali che sta cercando. L’infrastruttura esiste per soddisfare ciò che l’azienda vuole fare. Un ambiente ibrido può aiutare a realizzarlo”.



Source link