Leader e people manager: come cambia il ruolo del CIO nel 2024

Questo significa, da un lato, comprendere come la tecnologia può contribuire ai risultati aziendali e comunicarla efficacemente ai membri del team e, dall’altro, promuovere la formazione continua per le proprie persone: le attività di upskilling e reskilling permettono di assegnare alle persone nuovi incarichi, ovviando alla difficoltà di reperire risorse sul mercato, e di farle crescere assicurando loro una carriera gratificante.

Anche il CIO non deve smettere mai di coltivare le proprie skill. Per esempio, Cecilia Colasanti, CIO di Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha una formazione eterogenea, con uno sviluppato profilo tecnico (è una matematica, algebrista, e all’inizio della carriera ha lavorato come programmatrice), ma anche competenze aggiuntive acquisite con master in materie che vanno dalla governance IT, alle scienze comportamentali, alla privacy.

“Questo mi permette di parlare sia con le figure tecniche sia con quelle di business, alle quali spesso traduco aspetti IT in linguaggio non tecnico”, sottolinea Colasanti. La leadership e l’aspetto human vanno a braccetto: “Per me carisma, flessibilità e determinazione sono le qualità essenziali da possedere”, prosegue Colasanti. “Per fare il CIO oggi bisogna riportare l’umanità al centro dei processi digitali: il CIO deve saper leggere le emozioni”.



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